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Meccanismi responsabili dei benefici dell’esercizio fisico nel cancro

L’attività fisica modifica diversi parametri biochimici coinvolti nel metabolismo delle cellule tumorali. Gli effetti modulatori dell’esercizio fisico su ormoni, fattori di crescita e citochine sono tra i meccanismi più frequentemente ipotizzati per spiegare l’azione preventiva e antitumorale dell’attività fisica.

Estrogeni.

É ormai accertato che l’esercizio fisico modifica le concentrazioni plasmatiche degli estrogeni; in particolare, si è osservato che nelle donne in menopausa l’attività fisica diminuisce la concentrazione di estrogeni liberi nel sangue. Studi clinici randomizzati hanno evidenziato che l’esercizio fisico induce una riduzione delle concentrazioni di estradiolo, mentre correla con un più alto livello di globuline che legano gli ormoni sessuali (sex hormone binding globulins, SHBG).

Insulina e IGF-1.

L’attività fisica modula anche i livelli di insulina e IGF-1 che, al momento della diagnosi di cancro della mammella, rappresentano un fattore prognostico negativo. Nelle donne che sopravvivono al cancro della mammella l’attività fisica riduce la secrezione di insulina e di IGF-1. Entrambi questi fattori di crescita inibiscono l’apoptosi delle cellule tumorali sia nel cancro del colon che nel cancro della mammella sensibile agli ormoni. Inoltre, nelle donne in post-menopausa, alti livelli di insulina possono aumentare la concentrazione di estrogeni liberi, diminuendo i livelli di SHBG e stimolando le aromatasi nel tessuto adiposo.

Miochine e adipochine.

È noto che l’esercizio modula i livelli di citochine non solo prodotte dal muscolo (miochine), ma anche di quelle secrete dalle cellule del tessuto adiposo (adipochine). Gli adipociti producono principalmente leptina, che ha effetto mitogenico, e adiponectina che è, invece, un fattore pro-apoptotico e che ha azioni anti-infiammatorie. La concentrazione di adiponectina è inversamente proporzionale al BMI e ai livelli di leptina. Elevati livelli di adiponectina sono associati ad una riduzione della mortalità cancro-specifica, mentre elevati livelli di leptina e BMI correlano con una riduzione della sopravvivenza totale e cancro-specifica. I risultati di un trial clinico randomizzato in donne in post-menopausa, indicano che l’esercizio fisico, al di sopra dei 150 minuti a settimana per un periodo di un anno, riduce in maniera dose-dipendente i livelli di insulina, di BMI e leptina mentre aumenta il rapporto leptina/adiponectina rispetto al braccio di controllo.

Citochine infiammatorie.

La riduzione della componente infiammatoria e un’aumentata risposta immunitaria anti-tumorale sono tra i potenziali mediatori degli effetti dell’attività fisica nel prevenire l’incidenza di diversi tipi di cancro e nel ridurne le recidive. L’attività fisica, infatti, causa la riduzione di diversi marcatori infiammatori come la proteina c reattiva e modula IL-6 e TNF-α. Poiché durante l’esercizio fisico aerobico moderato-intenso le popolazioni cellulari NK e i linfociti T, anche se in modo transitorio, aumentano è stato ipotizzato che le risposte immunitarie adattive possano ridurre il rischio di insorgenza di cancro.